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Visualizzazione dei post da aprile, 2011

Nasce l'industria elettronica italiana - l'ELEA 9003

A conferma del fatto che le intuizioni di Adriano non erano campate in aria, ricordiamo che proprio in questi anni le imprese italiane cominciano a utilizzare il computer come strumento gestionale del processo produttivo: nel 1956 la Innocenti impianta per prima un sistema IBM nello stabilimento di Dalmine. La macchina è impiegata per eseguire i conteggi di 2.500 stipendi e di 6.000 paghe e cottimi, la contabilità generale e dei magazzini, la fatturazione, i calcoli scientifici e tecnici. Olivetti si trova così impegnata nel progetto di un calcolatore elettronico , che vede la luce nel 1959 ed è frutto della collaborazione di un gruppo di ricercatori dell' Università di Pisa e di un gruppo, diretto da Mario Tchou (italiano di origine cinese), proveniente dalla Columbia University . 

Il Modello Olivetti

Alla fine degli anni '50 Olivetti occupava una posizione del tutto particolare nel panorama industriale italiano, caratterizzandosi per certe sue specifiche peculiarità: esprimeva infatti una straordinaria miscela di tecnologia avanzata , di organizzazione aziendale illuminata , di apprezzamento della cultura , di orientamenti sociali della fabbrica , di capacità di generare profitto al di fuori di ogni logica di sfruttamento della persona umana . Il fondatore , Camillo , socialista amico di Turati , impegnato politicamente, non poteva accettare l'arretratezza tecnica e sociale del sistema industriale italiano in rapporto ai paesi più evoluti su questi fronti e si era preoccupato pertanto di realizzare in Olivetti un programma di servizi sociali che precorreva i tempi e non aveva riscontro in nessun'altra azienda italiana .

Inizia l'era della microinformatica

Il successo e l'interesse del mercato verso la Programma 101 si confermò nel dicembre '65 alla Fiera di Mosca e successivamente alla Fiera Campionaria di Milano , nel '66 . Nel frattempo, il mercato aveva accolto molto tiepidamente la nuova Logos 27 , che aveva per giunta ancora problemi di messa a punto; per questo motivo l' alta direzione decise di avviare rapidamente la produzione della Programma 101 , dedicando a questo scopo lo stabilimento di San Bernardo , presso Ivrea , dove si producevano le macchine contabili più complesse. Dopo la cessione della DEO alla GE la competenza elettronica in Olivetti si era peraltro quasi azzerata. Perotto fu coinvolto nelle attività di avviamento della produzione e dell'assistenza tecnica ai clienti ; tra l'altro, la m etodologia di collaudo piastre col calcolatore (un 1401 IBM ) fu impostata da Perotto e sviluppata da un gruppo di tecnici programmatori posti alle sue dipendenze. Per fortuna e per buffo che possa sem

Pier Giorgio Perotto (2)

Ritornando dunque all' ingegner Perotto , dopo la realizzazione del convertitore nastro-schede lo ritroviamo nei Laboratori di Ricerche Elettroniche di Borgolombardo , a capo di un gruppo di studio e progetto per applicazioni che oggi si chiamerebbero di informatica distribuita. La tecnologia elettronica era ancora molto costosa, ma già gli occhi più attenti potevano intravedere la possibilità di progettare e realizzare piccole applicazioni a costi ragionevoli. In questo, le visioni prospettiche a Borgolombard o e a Ivrea erano nettamente diverse : di fatto erano stati sviluppati un lettore di assegni con caratteri magnetici (quelli che ancora oggi compaiono sulla riga inferiore degli assegni), un' unità elettronica con 10 registri di memoria , per espandere il limitato numero di totalizzatori (3 max) delle Audit, e un' unità elettronica di moltiplicazione (UME), prodotta e commercializzata con successo.

Pier Giorgio Perotto (1)

Chi era in realtà l'ingegner Perotto? Potremmo dirlo un " riottoso progettista ", come si definiva egli stesso. Di fatto le sue azioni sono sempre ispirate da una sorta di concretezza creativa: è un geniale inventore che riesce a dare corpo alle proprie idee, che quasi sempre precorrono i tempi, come presto vedremo. Il progetto, che è per lui soluzione concreta, intelligente e creativa, funzionale a un problema specifico, finisce per improntare uno stile di vita aziendale. In questo senso Perotto, uomo dalla parte del progetto, diventa inevitabilmente uomo di parte, come emerge analizzando il suo atteggiamento in tutti gli anni che hanno caratterizzato la sua attività in Olivetti. La sua storia è fatta di incomprensioni da superare , di intese subitanee, di alleanze da coltivare, di mentalità elettronica da far crescere, di nucleo del progetto da difendere, per conservarlo intatto nei suoi contenuti stravolgenti e innovativi: il tutto sullo sfondo di un'azienda molt

Storia e Caratteristiche della "Perottina" (Parte 2)

Il prototipo della Perottina creato in laboratorio attirò la curiosità di alti dirigenti Olivetti , che si recavano singolarmente presso l' ufficio progetti di Perotto , a San Lorenzo , per conoscere questo strano oggetto di cui si cominciava a parlare. La sorpresa e la meraviglia generale testimoniavano un apprezzamento per le caratteristiche della macchina, anche se, in linea con gli indirizzi del vertice aziendale, rimaneva comunque prevalente l'opinione che la Perottina non sarebbe mai divenuta un prodotto strategico per l'Olivetti, ma solo un'interessante presenza in un mercato di nicchia. Dopo la presentazione ufficiale alla prima linea dei dirigenti Olivetti, la corrente favorevole alla Perottina, nettamente minoritaria ma con personaggi autorevoli e di peso quali Roberto Olivetti , Capellaro , Elserino Piol (allora responsabile della pianificazione prodotti aziendale), oltre ovviamente a Perotto stesso, finì col prevalere , ottenendo un tiepido consenso

Storia e Caratteristiche della "Perottina" (Parte 1)

La nuova macchina venne concepita in un periodo particolarmente critico. Sul mercato esistevano allora due classi nettamente distinte di strumenti di calcolo: da una parte, le semplici e diffuse calcolatrici da tavolo, ancora meccaniche, in grado di eseguire le quattro operazioni elementari o poco più; dall'altra, i primi elaboratori elettronici, che inauguravano la seconda generazione a transistor. La frattura esistente tra i due settori di mercato si può rilevare dalle diverse caratteristiche che definivano la natura stessa delle due classi di prodotto: il costo: per le calcolatrici meccaniche più evolute non superava il milione di lire; per un elaboratore non scendeva sotto i 20 - 30 milioni di lire; l'organizzazione del lavoro: l'uso della calcolatrice non produceva modifiche sostanziali; l'introduzione del sistema elettronico poneva grossi problemi di riorganizzazione degli uffici e delle aziende; la specializzazione del personale: la calcolatrice meccani

La Perottina, il primo personal computer

Quella della “ Perottina ” è la storia di un'invenzione che non venne capita dall'azienda che se l'era trovata quasi inconsapevolmente tra le mani: l'invenzione del personal computer a opera di un brillante ricercatore italiano, l'ingegner Pier Giorgio Perotto . Probabilmente tutti conoscono l'Olivetti come l'azienda che ha portato l'ingegno italiano in tutto il mondo, sinonimo per oltre mezzo secolo di qualità e di innovazione, modello industriale tutto nuovo per i suoi tempi, con interessi vasti e ramificati nel sociale, grazie soprattutto alle profonde e geniali intuizioni del fondatore Camillo. Quella Olivetti seppe anticipare un sistema di relazioni industriali che rimase ineguagliato nel tempo ,  ma riuscì anche a prevedere che l'elettronica avrebbe presto soppiantato la meccanica : il sogno di Adriano , figlio e successore di Camillo alla guida dell'azienda, fu infatti quello di d ar vita al primo calcolatore elettronico italiano . Cosa ch

La Storia per Grandi Linee (Parte Seconda)

1954 Nel 1954 Viene stipulato un accordo tra l' Olivetti e l' Università di Pisa per la costruzione della CEP ( Calcolatrice Elettronica Pisana ), progetto sostenuto anche da Enrico Fermi . Al CNR di Roma, sotto la guida di Giorgio Sacerdoti , è installato il calcolatore Ferranti . Nel 1955 all' INAC viene installato il calcolatore Ferranti Mark I , che si chiamò FINAC , con una memoria di 832 parole di 20 bit . 1957 Nel 1957 , presso il laboratorio di ricerche elettroniche dell' Olivetti a Barbaricina , viene iniziata la costruzione della “ macchina zero ”. Al Politecnico di Milano viene tenuto un corso di cultura sulle Tecnologia dell'informazione che viene affidato a Carlo Santacroce ( IBM ). Presso l' Università di Bologna viene installato il Bandix D12 IBM .

La storia per grandi linee

Nel 1927 Il Professor Mauro Picon e fonda a Napoli , presso l'Università, l' Istituto di calcolo numeric o. Istituto per le Applicazioni del Calcolo L' Istituto per le Applicazioni del Calcolo " Mauro Picone " ( IAC ) è un istituto di ricerca all'interno del Consiglio Nazionale delle Ricerche , che si occupa di Matematica Applicata . La sua storia risale al 1927, anno in cui venne fondato dal matematico Mauro Picone. Presso l'Istituto negli anni hanno operato diversi matematici di fama internazionale. Tra questi vanno citati Renato Caccioppoli , Fabio Conforto , Carlo Miranda , Ennio De Giorgi , Luigi Amerio , Guido Stampacchia , Corrado Böhm , Giuseppe Jacopini ( Teorema di Böhm-Jacopini ), Aldo Ghizzetti , Piero de Mottoni , Gaetano Fichera e Wolfgang Gröbner .

L'inizio dell'informatica in Italia

Premessa I primi calcolatori elettronici vengono installati in Italia verso la metà degli anni '50 . Si tratta di prototipi di fabbricazione straniera, che vengono utilizzati per calcoli scientifici e tecnici. Nel 1955 si avviano due iniziative dirette a realizzare queste macchine autonomamente nel nostro Paese . La prima ha luogo presso l' università di Pisa , dove inizia la progettazione di un calcolatore elettronico ( CEP ), con lo scopo primario di fare esperienza e formare competenze nel settore. La seconda avviene a opera della Olivetti . In quello stesso anno, infatti, l'azienda crea un laboratorio per realizzare un elaboratore di grandi dimensioni, con cui entrare nel nuovo e promettente mercato dell'informatica. Il risultato fu una macchina di avanguardia ( ELEA ), di cui vennero fabbricati e installati circa 180 esemplari. Nel 1964 , a causa di difficoltà finanziarie, l' Olivetti cedette la Divisione Elettronica alla General Electric . Ebbe c

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