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Hardware Storici: Il Mouse


Il Mouse



L'ideatore di questo supporto tecnologico, si chiama Douglas Engelbart.
Nato nel 1925, a 25 anni, sentì la necessità di dover fare qualcosa per il progresso dell'umanità. Questo bisogno ha accompagnato tutta la sua esistenza sino ad oggi. Forse fu visionario, idealista, sta di fatto che oggi viviamo in quello che egli vide.
Con mille problemi e difficoltà assieme a diciassette colleghi creò l'Augmentation Research Center . Nacque così il progetto dell' NLS: computers come estensioni delle capacità cognitive e di comunicare. Il 21 giugno 1967, ottenne il brevetto per il suo indicatore di posizione X-Y per display: il "mouse". Durante la Joint Computer Conference al Convention Center di San Francisco, nel 1968, si svolse la dimostrazione pubblica del progetto al cospetto di oltre mille esperti.

L'idea di Engelbart era quella di migliorare il modo di lavorare delle persone. Utilizzare ipertesti, wordprocessor, tastiera e mouse e finestre, comunicazione a distanza, telelavoro, etc. Se oggi si utilizzano il mouse e l'ipertesto, lo si deve a Douglas.
Alcuni anni dopo Steve Jobs (della Apple), vedendo una dimostrazione alla Xerox dell'uso del mouse, ebbe l'idea che verrà sviluppata poi nel primo computer con mouse, Lisa, e dopo sul Macintosh, ed ancor oggi in tutti i pc.


Ancora nel 2002, a 75 anni, la creatività e l'entusiasmo di Engelbart, dopo quella scoperta, non si sono fermati. Nelle sue parole, di una modernità sconcertante, c'è il suo successivo progetto.
"Dobbiamo creare - ebbe a dire - un ambiente evolutivo nel quale i paesi e le istituzioni possano crescere; in questo modo potremo risolvere i problemi a mano a mano che si presentano", unire attorno all'idea di come l'intelligenza collettiva possa trovare le soluzioni ai problemi del pianeta. Mettere insieme! (Bootstrapping, in lingua inglese). Così nasce il Bootstrap Institute ed il suo progetto.

Descrizione Generale
l mouse è un dispositivo in grado di lanciare un input ad un computer in modo tale che ad un suo movimento ne corrisponda uno analogo di un indicatore sullo schermo detto cursore.
È inoltre dotato di uno o più tasti ai quali sono assegnate varie funzioni, infatti sono sempre presenti due tasti principali che sono indispensabili per utilizzare il computer e solitamente ci sono elementi aggiuntivi come una
rotellina che permette di scorrere velocemente le pagine.

Tipologie di mouse

Mouse tradizionali
Nel tipo di mouse più comune vi è una sfera (solitamente di gomma dura) che fa girare due rotelle forate disposte ortogonalmente tra loro. La direzione e la velocità di rotazione è misurata da sensori ad infrarossi e trasmessa al computer. In questi ultimi, tuttavia, la necessità di pulire la sfera del mouse ai primi problemi di movimento del puntatore ne compromette la praticità di utilizzo.



Mouse ottici
Recentemente però la tecnologia ottica risolve questo problema, garantendo una velocità, precisione e flessibilità senza confronti ed eliminando il fastidio della manutenzione delle parti mobili del mouse.
In altre parole, anziché utilizzare parti meccaniche, come la tradizionale sfera, la tecnologia ottica si avvale di un sensore per tracciare il movimento del mouse. Il piccolo sensore ottico interno registra le immagini della
superficie su cui viene spostato il mouse, le confronta rapidamente e traduce le differenze nel movimento del puntatore sullo schermo.

Come risultato, la tecnologia ottica offre numerosi vantaggi:
  • Utilizzabile su tutte le superfici. Il sensore ottico funziona sulla maggior parte delle superfici e non richiede l'uso di un mousepad. Se avete un portatile, potrete utilizzare il mouse su qualsiasi supporto, sempre con la massima precisione.
  • Maggiore velocità e precisione. Il sensore ottico utilizza una tecnologia digitale per tracciare il movimento della periferica di puntamento, garantendo la massima precisione a qualsiasi velocità.
  • Prestazioni ottimali. Senza la sfera e altre parti mobili da pulire, la precisione del sensore ottico rimane costante nel tempo, assicurando un movimento estremamente fluido.
  • Minima manutenzione. L'alloggiamento incassato della lente ne impedisce il contatto diretto con la superficie, riducendo al minimo le operazioni di pulizia.
  • Maggiore durata. Un mouse con sensore ottico dura più a lungo di un mouse tradizionale, poiché non dispone di parti mobili che si usurano nel tempo.

Nonostante tutto vi sono anche alcuni svantaggi in quanto, sebbene il sensore ottico abbia un funzionamento ottimale sulle superfici che permettono di tracciare dettagliatamente il movimento, possono tuttavia verificarsi problemi di rilevamento su superfici prive di dettagli visibili (vetro), che generano riflessione (lucide o a specchio) o con schemi molto ripetitivi (fotografie di riviste o quotidiani), che sono spesso composti da numerosi dpi.

Mouse wireless
Vi sono infine alcuni mouse,sia con la sfera, sia ottici, i quali però non sono collegati direttamente al computer.
Infatti essi utilizzano i raggi infrarossi per trasmettere al pc le informazioni sulla posizione del cursore e sulla sua velocità. I raggi infrarossi giungono poi ad una postazione collegata al pc che li traduce in segnali elettrici i quali muovono il cursore.





Storia del Mouse
Il mouse è in pratica un dispositivo in grado di inviare un input ad un computer basato sul movimento, il software poi sarà in grado di fare corrispondere al movimento del mouse un movimento analogo dell'indicatore sullo schermo (detto cursore). È inoltre dotato di uno o più tasti ai quali possono essere assegnate varie funzioni aggiuntive. Il mouse è stato una rivoluzione nelle periferiche di input. Il primo mouse in forma di prototipo risale agli anni '60, ad opera di Douglas Engelbart presso lo SRI Techology. Nell'intento di studiare nuove modalità maggiormente ergonomiche per l' interazione tra uomo e macchina.
Engelbart costruì un rudimentale strumento di puntamento in legno nel 1964



Engelbart non è stato però il semplice ideatore di una periferica di puntamento. Egli vide molto molto più lontano. Sognò fin dall'inizio di creare degli spazi di navigazione bidimensionali all'interno di un tubo catodico, usando il mouse come interfaccia di navigazione per cercare e selezionare le informazioni.





Il 21 giugno 1967 ottenne il brevetto per il suo indicatore di posizione X-Y per display: il mouse.



Nel 1968 (Joint Computer Conference al Convention Center di San Francisco) riuscì a fare una dimostrazione multimediale di 90 minuti durante i quali riuscì a dimostare al Fall Joint Computer Conference in San Francisco un'esperimento per allora eccezionale.  L'esperimento consisteva nel controllare - con il mouse da lui progettato - un sistema di computer in rete, mostrando link ipertestuali, editing di testo in tempo reale, gestione di finestre multiple attraverso una serie di monitor a tubo catodico.
L'idea di Engelbart era quella di migliorare il modo di lavorare delle persone. Utilizzare ipertesti, wordprocessor, tastiera e mouse e finestre, comunicazione a distanza, telelavoro, etc. Se oggi si utilizzano il mouse e le interfacce grafiche, lo si deve a lui.
Esistono due possibili spiegazioni riguardo l'etimologia del nome. La più comune è la parola mouse (ovvero topo) in relazione alla somiglianza del dispositivo con il roditore. La seconda spiega la parola come un acronimo che - a seconda delle versioni - può essere Manually Operated User Selection Equipment oppure Machine Operator's Unique Spotting Equipment.

Nel 1970, la Xerox Park di Palo Alto cominciò a lavorare sull'idea di Engelbart e sviluppò un congegno simile che cominciò a commercializzare insieme al computer ALTO, prodotto alla fine degli anni 70 e vero precursore dell'Apple e di Windows con la sua interfaccia grafica. Il problema era rappresentato dal costo che si aggirava intorno ai 300 dollari e che ne decretò il momentaneo insuccesso.  Molti ingegneri che lavoravano per la Apple erano ex ricercatori della Xerox Parc ed avevano già familiarità con il mouse. La società però cominciò ad interessarsi a questo congegnoo solo dopo che Steve Jobs (il suo capo e fondatore storico) lo vide in una demo e ne capì immediatamente le potenzialità
Lo Xerox Alto, sviluppato al Xerox PARC nel 1973, è stato il primo personal computer a utilizzare la metafora della scrivania, e a essere dotato di una interfaccia grafica (GUI). Avendo appunto una interfaccia grafica lo Xerox Alto era dotato di un mouse, evoluzione del progetto originario di Engelbart.
Il mouse dell'Alto era dotato di tre pulsanti costituiti da barrette sottili, da usare con indice, medio e anulare. Inizialmente sotto il mouse c'erano due rotelline che riconoscevano la direzione, ma furono quasi subito sostituite da una sfera come nei mouse moderni.
Meno di un decennio più tardi, Bill English ha segnato la seconda tappa del puntatore e, nel 1972, ha adattato il meccanismo di Engelbart al celebre mouse di plastica con la sfera; in questo modo, il sistema di puntamento riesce a registrare i movimenti perpendicolari, diagonali e in qualsiasi direzione. Il prodotto è stato inventato all'interno dell'azienda Xerox ed è subito entrato nella dotazione hardware di tutti i personal computer Xerox Alto. Incuriosito da questa invenzione, Steve Jobs ha integrato nel primo Macintosh del 1984 lo stesso mouse a un tasto, introducendo per la prima volta il puntatore ottico nelle case degli utenti.
A partire da quel momento storico, la fortuna del mouse ha raccolto sempre maggiori consensi diventando centrale nel rapporto tra utente e computer. Parallelamente, anche la trackball – del tutto simile a un mouse capovolto per la presenza della sfera a vista – ha riscosso successi negli anni ottanta, in particolare negli ambienti da videogiochi o da modellazione tridimensionale. Football, prodotto da Atari, è stato il primo cabinato per videogame che nel 1978 ha usato questo sistema di controllo ed è tuttora presente nelle postazioni multimediali come le biglietterie elettroniche. Con l'arrivo della rotella per scorrere verticalmente i documenti elettronici (1995), la trackball è gradualmente sparita dalle offerte dei produttori di sistemi di puntamento.
La diffusione del mouse si deve però alla Apple, che  prima con Lisa e poi con Macintosh  (1983 e 1984) portò in produzione molte delle tecnologie del PARC.

Primo Mouse Apple
Lisa e Macintosh si fondavano una GUI decisamente evoluta e su un perfetto controllo del software sul mouse. Controllo che permetteva una piena corrispondenza tra i movimenti del mouse e gli eventi ad essi legati.
Il mouse di Apple si caratterizza all'inizio, sino al 2001 per la presenza di un solo ed unico tasto.
E' vero che il mouse a più tasti permette più funzioni per utenti avanzati, ma come è evidente osservando i bambini che usano il computer, il mouse a più tasti ergonomicamente è meno usabile.
Un bambino di 4 / 5 anni è infatti perfettamente in grado di usare un mouse ad un tasto, mentre ha serie difficoltà a discriminare la funzionalità dei singoli tasti in un mouse multitasto.
Mouse Apple monotasto classico
Successivamente al modello meccanico, il mouse ottico è stata una rivoluzione nell'elettronica di consumo. Intorno al 1980 sono stati presentati i primi prototipi in grado di rilevare lo spostamento attraverso un singolo led che produce un fascio di luce a infrarossi, eliminando la sfera e le parti meccaniche dal corpo del mouse. La maggiore velocità di risposta e l'elevata precisione nel puntamento, assicurano al modello ottico un'ampia diffusione sul mercato e il consecutivo abbassamento dei prezzi. Ciò ha permesso un nuovo approccio con la periferica che, nell'ultimo decennio ha abbandonato lo status di semplice strumento, diventando a tutti gli effetti un gadget.
L'offerta si è allargata e differenziata, dando origine a mouse senza fili, colorati, personalizzati e perfino mouse con un piccolo display lcd: una galleria fotografica su Wired mostra alcuni tra i modelli più interessanti.
Infine, per farsi un’idea dell'evoluzione della tecnologia di puntamento, basta guardare al telecomando della console Wii – che permette un'interazione in tre dimensioni – e ai display multi touch che consentono il puntamento diretto senza l'intermediazione di mouse o altri apparecchi.

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