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Muore l'industria elettronica italiana

Il nuovo assetto proprietario volle rivedere la struttura aziendale e pretese un cambiamento dell'organizzazione e delle strategie. I settori di più recente costituzione, oggetto di pesanti attacchi, furono rimessi in discussione e del resto sia la Divisione Elettronica che la Underwood, acquisita nel '59 negli Stati Uniti per volere di Adriano, versavano in pesanti difficoltà finanziarie.

Nello specifico, la Divisione Elettronica Olivetti (DEO) venne considerata come espressione di megalomania (se non addirittura di follia) e quindi da liquidare, mentre la Underwood venne valutata con maggior indulgenza e fu pesantemente ristrutturata, assorbendo rilevantissime risorse finanziarie e manageriali.
In questo scenario complessivo, al termine di una lunga trattativa, la nuova direzione ufficializza la partnership con General Electric: la divisione informatica di GE, con base a Phoenix e con un organico di oltre 4000 ricercatori, incorpora la Divisione Elettronica di Olivetti, che inizia a lavorare sul progetto, tutto sviluppato da italiani, del sistema GE115.
Come conseguenza dello scorporo, Olivetti ritorna alle strategie di sviluppo e ai mercati tradizionali, scegliendo di concentrarsi sulla produzione dei sistemi meccanici, considerati il vero core business dell'azienda, decretando la morte dell'industria elettronica nazionale. È il 1964.

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