In questo articolo non parlerò di mie esperienze (dirette o indirette) nel campo dell'informatica, ma propongo l'esperienza di Antonio che, attraverso una e-email, mi ha comunicato la sua nel campo della conservazione delle informazioni. Sia per l'impegno che per la efficacia e correttezza dovrebbe essere un esempio da seguire. Buona lettura..
La conservazione della Memoria: Dall'analogico al digitale e oltre...
di Antonio Gareffa
Mi chiamo Antonio e abito a Milano. Da semplice appassionato di tecnologia seguo, da molto tempo, tra l'affascinato, l'entusiasta, il deluso ed il disgustato ( a seconda dell'uso che ne viene fatto ) tutto ciò che riguarda il progresso tecnologico. In particolare, pensando a tutte quelle apparecchiature che col passare del tempo sono entrate sempre di più nelle case di tutti, non ci é voluto molto prima di rendermi conto che molte di queste divenivano obsolete e che in loro assenza i supporti ed i contenuti da esse generati, non sarebbero più stati visionabili / ascoltabili / recuperabili.
Poiché su questi supporti ho registrato molti eventi personali ( feste, vacanze, cerimonie, ecc ) cui tenevo, ed essendo ben deciso a non farmene "espropriare" a causa di "volontà terze", mi sono posto da subito di fronte al problema cercando una soluzione che non dipendesse da altri che da me, in modo da cercare di mantenere il maggior controllo possibile sul destino / fruibilità nel tempo di quei contenuti.
Per meglio chiarire i termini della faccenda mi spiego. Sono un figlio del baby-boom degli inizi degli anni '60, di conseguenza ho un'età che mi ha dato modo di passare dalle fotografie tradizionali, ai filmini in Super8. Dai giradischi ai primi radioregistratori a compact cassette, agli impianti Hi-Fi. Dalle videocassette VHS registrate dalla TV, ai camcorder portatili, passando anche da diverse generazioni e tipologie di computer, fino ad arrivare ai giorni nostri, imbottiti come mai fino ad ora, di apparecchi digitali fin nell'angolo più profondo delle nostre tasche.
Questo significa che nell'arco di questa cinquantina di anni in casa mia di supporti con contenuti tra loro analoghi ma di formati diversissimi, se ne sono accumulati un discreto numero. La mia soluzione per mantenerne la fruibilità ha seguito due strade.
- Conservare funzionanti le apparecchiature generatrici originali
- Acquisire conoscenze e strumenti che mi permettessero in prima persona di transcodificare appena costi e tecnologie lo avessero reso possibile, qualunque di quei contenuti ( indipendentemente dall'epoca cui appartengono ) per portarle al massimo della qualità, sui supporti correnti per renderli fruibili dagli apparati odierni / futuri.
Questo ha determinato che nel tempo ho dovuto imparare a conoscere meglio la storia e la natura tecnica dei supporti analogici prima e di quelli digitali poi, e quali erano gli strumenti HW e SW adeguati e necessari per convertire i primi nel formato numerico dei secondi. Conoscenze obbligatorie da acquisire, per essere in grado di scegliere quali operazioni e formati digitali avrebbero mantenuto più fedelmente e nel minor spazio gli originali di partenza.
Altro chiarimento necessario. Siccome non mi chiamo Antonio O' Miliardario :-) , le mie scelte sono anche frutto del compromesso che ha tenuto conto di un limite ragionevole di spesa. Compromesso che però, il veloce abbattimento dei costi che fortunatamente vige nel settore dell'elettronica, non mi ha impedito acquistare in breve tempo e a prezzi bassi, apparati, all'inizio molto costosi, che man mano si sono resi disponibili ed in grado di mantenere alta la qualità delle conversioni digitali finali.
Tutto questo mi ha permesso di arrivare alla situazione attuale dove ho convertito in digitale, vinili, compact cassette, VHS (circa 600), buona parte di oltre quaranta anni di riviste ( aviazione, informatica, scienza... ) , documenti di casa e lavoro.
Allo "Tsunami digitalizzante" non si sono sottratti nemmeno floppy disc di computer passati, CD musicali e dati, DVD video, videocassette Digital8 e MiniDV, piuttosto che memory card contenenti fotografie, filmati e dati.
Tutto questo oceano di contenuti attualmente é registrato in una ventina di HD di vario taglio, la gran parte da due TB, che quindi ora fanno da backup degli originali.
Averli messi tutti sullo stesso tipo di supporto, l'HD, determina un enorme vantaggio ( ovviamente progettato e voluto ) dal punto di vista della fruibilità.
Qualunque computer / media player cui quel disco verrà connesso, sarà in grado di leggerne il contenuto per mostrarlo a monitor o su un flat TV con annesso impianto di diffusione audio (stereo o home theater che sia). Ho usato il termine connesso non a caso. Infatti per risolvere anche questo aspetto della faccenda, mi sono guardato attorno tenendo conto sempre del fatto che i contenuti dovevano restare facilmente trasportabili e indipendenti dal mezzo che li avrebbe riprodotti, finché non ho trovato il device ottimale.
La mia scelta é stata quella dei dock da scrivania in cui si inserisce dall'alto l'HD nudo, come fosse una chiavetta USB, cui viene fornito sia il bus dati che l'alimentazione elettrica. Visto che questi dock hanno varie possibilità di connessione esterna di cui la USB2 é quella sempre presente, collegarli a qualunque computer piuttosto che ai media player stand alone é sempre possibile e semplice. Mi è bastato quindi acquistare alcuni di questi "aggeggi" da lasciare in pianta stabile ( solo loro quindi, non l'HD ) sempre collegati ai loro apparecchi di riferimento (uno al computer ed uno al media player collegato via HDMI al flat TV da una parte ed all'impianto audio dall'altra). Così ogni volta che ho un nuovo contenuto mi limito ad aggiungerlo collegando l'HD al dock del computer per poi visualizzarlo subito dopo inserendo lo stesso HD nel dock del media player. S'intende se i contenuti in questione sono audio / video compatibili con il media player.
La scelta del dock ha una serie di altri vantaggi non secondari. Con un solo alimentatore ed una sola interfaccia posso leggere tutti gli HD che voglio. Non devo avere una pletora di case e alimentatori ( uno per ognuno degli HD ), risparmiando così spazio ed energia elettrica. I dock poi alle fiere di elettronica piuttosto che su internet si trovano a prezzi bassisimi (25 / 30 euro cad) in varianti che possiedono fino a quattro baie per leggere fino a quattro HD, oltre ad essere dotati anche di card reader multistandard integrato.
Non basta però salvare i contenuti. E' altrettanto importante il modo in cui vengono organizzati, pena il non sapere dov'è il tal filmato o foto e perdere un bel po di tempo per trovarli. La logica impone che il passo successivo / contemporaneo sia crearsi uno strumento che permetta di eseguire delle ricerche rapide attraverso tutto il materiale quando necessario. Fin da subito io ho usato Filemaker, visto che già per lavoro lo utilizzavo, così ogni volta che registro un nuovo contenuto su un HD ne inserisco nota anche nel data-base registrato anch'esso su ogni HD.
O meglio. Dovrei. Si perché non sempre lo faccio subito. Lo ammetto. Capita spesso che rimando. Ciò nonostante e tenendo conto anche di questa "pigrizia da inserimento da volume di dati" ho suddiviso gli HD per contenuti. Al loro interno ho creato una organizzazione gerarchica cronologica e tipologica che, essendo concettualmente sempre uguale indipendentemente dalla natura dei contenuti, fa si che riesco velocemente a trovare quel che cerco anche se non ho ancora (ops!) aggiornato il DB.
Per quanto riguarda gli standard / protocolli di formattazione dei dati ho scelto quelli che sotto il profilo della qualità / facilità di visualizzazione / diffusione sono più gestibili.
Quindi :
- Immagini fotografiche e scansioni -> Jpeg, Tiff ( non uso formati raw per le foto visto che al momento ho, e mi é sufficiente, una normalissima fotocamera elettronica Canon compatta )
- Immagini in altri formati anche obsoleti - > le posso comunque leggere essendomi procurato software adeguati.
- filmati e video -> mpeg2 in primis per le VHS convertite con qualità fino a 6Mb/s. Birate più alti non avrebbero senso in rapporto alla qualità di partenza. Per tutti gli altri formati come sopra li leggo con software multi standard.
- dati e programmi -> ho installato software che leggono come detto i singoli files nei loro formati originali, dove questo non basta mi sono attrezzato con emulatori delle macchine che mi mi interessavano.
Passando all'hardware che uso attualmente ed ho usato in passato questi sono gli "aggeggi" :
Computer
Sony MSX ( usato un anno e poi venduto )
(Immagine di repertorio, N.d.R.)
Sinclair QL ( ne ho tre funzionanti, anche se é un po che non li accendo... )
(Immagine di repertorio, N.d.R.)
Acorn Archimedes ( usato 6 anni e poi venduto )
(Immagine di repertorio, N.d.R.)
Acorn RiscPC ( uno funzionante ),
(Immagine di repertorio, N.d.R.)
Attivi attualmente:
Apple PowerMac G4
(Immagine di repertorio, N.d.R.)
PowerBook Pro G4
MacBook Pro
(Immagine di repertorio, N.d.R.)
Video
- Tre diversi videoregistratori stand alone ( VHS, VHS Hi-Fi ed un doppia meccanica Super VHS - MiniDV dotato di circuitazione integrata per la conversione A/D e di interfaccia FireWire nativa)
- Due camcorder ( un VHS full size, ed un Digital8, quest'ultimo in grado di leggere anche nastri Video 8mm e Video 8mm Hi-Band)
- Device di conversione A/D audio e video - due Canopus ADVC 100/110 da Analogico a DV, un Elgato Eye-TV 250 Plus da Analogico in Mpeg 1 e 2 VBR, due schede interne per Mac su bus PCI, Wired Digital MediaPress da DV in Mpeg2 in realtime.
In conclusione.
La mia personale soluzione al problema del mantenimento e fruizione nel tempo di formati desueti, é quello della conversione dei contenuti man mano a formati correnti, e del mantenere gli funzionanti gli apparati originali. Non é una soluzione valida per chiunque, per l'impegno che tutto questo presuppone e che solo col sostegno della passione per la tecnologia é possibile affrontare. Ma é il solo modo che permette di avere il totale controllo sui propri ricordi se registrati su supporti sorpassati con apparecchi non più disponibili.
La mia personale soluzione al problema del mantenimento e fruizione nel tempo di formati desueti, é quello della conversione dei contenuti man mano a formati correnti, e del mantenere gli funzionanti gli apparati originali. Non é una soluzione valida per chiunque, per l'impegno che tutto questo presuppone e che solo col sostegno della passione per la tecnologia é possibile affrontare. Ma é il solo modo che permette di avere il totale controllo sui propri ricordi se registrati su supporti sorpassati con apparecchi non più disponibili.
Ma anche senza arrivare a tanto, se comunque ci si rende coscienti del valore che quei ricordi registrati hanno per noi, esistono service che a pagamento eseguono per conto terzi il lavoro di conversione.
Cosa che faccio anche io per quegli amici e conoscenti un po distratti, che dopo aver buttato via il videoregistratore si accorgono che le videocassette che hanno conservato non le possono più vedere...
Ho avuto occasione di sottoporre questi argomenti anche a Tutto Digitale, rivista specializzata del settore video, che nel 2008 consecutivamente sui numeri 49 e 50 ha pubblicato risposte e considerazioni.
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