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Didattica e Informatica: Le Tecnologie Educative (Parte 6)


Il Sistema Interattivo come Supporto Metodologico.
Nell'articolo precedente si è descritto il sistema didattico come un insieme integrato di tre sottosistemi:  metodologico, rappresentativo ed interattivo.
Si è stabilito che l'ultimo, l'interattivo, è interprete di due ruoli, quello propriamente dialogico e quello manipolativo. Il ruolo dialogico viene svolto, principalmente, dal docente e dai discenti, quello manipolativo, per le caratteristiche di complessità funzionale-esecutiva che deve possedere, deve essere ricoperto da qualcos'altro rispetto ai soggetti umani.

Il sistema interattivo manipolativo, anche se si assume un compito squisitamente tecnico (manipolazione dell'oggetto rappresentato), deve avere, comunque, delle capacità dialogiche. Queste capacità si devono esplicare su due livelli diversi: la comunicazione con altri apparati tecnologici e con i soggetti operanti all'interno dell'ambiente didattico. In seguito a queste esigenze deve caratterizzarsi come sistema in grado di recepire dati dall'esterno, elaborare questi dati e fornire delle risposte coerenti, non solo, deve pilotare altri supporti tecnologici se ciò gli viene richiesto. In questo senso il sistema interattivo manipolativo deve caratterizzarsi come un vero e proprio organismo cibernetico, in questo caso artificiale. Un tale sistema, individuabile in una forma tecnologica concreta, esiste, esso è l'elaboratore elettronico.

L'elaboratore elettronico (computer): una piccola descrizione (per i non addetti ai lavori)
L'elaboratore elettronico è un apparato tecnologico costituito, materialmente, da una serie di circuiti interconnessi attraverso una logica coerente, tali da essere denominati "circuiti logici". Questa serie di interconnessioni logico-elettriche definiscono, usando una metafora, il "corpo" dell'organismo cibernetico identificato come elaboratore elettronico. Di questo "corpo" fanno parte anche organi meccanici pilotati dall'insieme delle interconnessioni logiche, questi vengono definiti anche come "organi periferici" o, semplicemente, "periferiche". Questo corpo viene definito, usando un termine inglese ormai entrato nel dizionario degli addetti, come "hardware", cioè, traducendo letteralmente, "roba dura" o, più semplicemente, "ferraglia", secondo le accezioni.
Un'altra parte costituente l'elaboratore elettronico, indivisibile dall'hardware poichè senza non potrebbe operare, è quello che si definisce, sempre ricorrendo ad un termine inglese, come il "software", cioè "roba soffice", ovverosia tutto l'insieme delle istruzioni che servono a gestire il "corpo" dell'elaboratore. Il software si definisce, in una accezione più appropriata, come "programma" o "programmi". Hardware e software costituiscono, secondo un'accezione metaforica, il cervello ed il pensiero del computer. L'hardware, i circuiti logico-elettrici, costituiscono, sempre parafrasando, l'insieme delle sinapsi del cervello, il software, i programmi costituiscono i dati dell'esperienza (forniti dall'ambiente) e, nello stesso tempo, il pensiero, cioè le istruzioni che servono a gestire il corpo ed i dati come semplici informazioni da elaborare.
Come nella descrizione dei meccanismi di apprendimento (primo e secondo capitolo) era servita la metafora del computer per capire gli organismi cibernetici, ora serve la similitudine con gli organismi naturali (uomo, animali) per poter comprendere il funzionamento del computer.

Che cosa fa esattamente un computer: logica di funzionamento e interpretazione dei dati reali.
L'elaboratore elettronico, nel suo funzionamento di base, opera semplicemente una "traduzione" dei dati reali, ambientali in una forma digitale. Tale denominazione proviene dalla parola inglese "digit", che significa "cifra". Quindi il computer traduce, modifica i dati dell'ambiente in cifre, numeri, dati matematici. Questa conversione già ci fa rendere conto delle capacità "rappresentative" del sistema. Non solo, anticipando alcune riflessioni, si può dire che esso è in grado di tradurre i dati reali in dati numerici e di restituire, successivamente, il prodotto dell'elaborazione in forma analogica (cioè non numerica, qui l'analogico è inteso come forma reale, non strettamente matematica, i dati ambientali reali sono definiti come analogici per distinguerli da quelli che tratta l'elaboratore al suo interno, cioè dati digitali, in questo senso si parla di "forma analogica" e "forma digitale"). La forma in cui l'elaboratore tratta i dati (digitale) è data dalla natura costitutiva dello stesso. Il computer, essendo costituito materialmente di circuiti elettrici è in grado di riconoscere unicamente se vi è presenza di correnti elettriche o meno. In sintesi è in grado di interpretare solo stati di "acceso" e "spento". In questo senso l'unico sistema di interazione possibile tra i circuiti elettrici e il mondo matematico ristretto  quello basato su di un sistema di calcolo costituito, alla sua base, da due uniche cifre (0 e 1), definito anche sistema binario.
La presenza o meno di correnti elettriche viene simbolicamente assimilata alle cifre 0 ed 1 che costituiscono, a livello di base e tramite la loro combinazione, l'unico vero linguaggio interpretabile direttamente dal computer. L'evoluzione tecnologica ha consentito di poter dialogare con gli elaboratori attraverso linguaggi più complessi molto vicini, nella forma e nella sintassi, al linguaggio naturale. Tali linguaggi vengono "interpretati", attraverso opportuni sistemi di decodifica, e tradotti in matematica binaria, una analoga operazione in senso contrario viene effettuata con i dati in uscita. L'importanza insita nell'elaboratore elettronico è, comunque, proprio questa possibilità di traduzione dei dati analogici in dati digitali e di questi in altri dati analogici, Significa, in sintesi, che esso è in grado di effettuare una "rappresentazione matematica" dei dati dell'ambiente (reali) e, successivamente, di fornire una "rappresentazione analogica" (dati reali) dei dati matematici elaborati. Ciò significa che si è di fronte ad un sistema interattivo-rappresentativo migliore di quelli utilizzati precedentemente. Tale capacità, infatti, si risolve in una possibilità oggettiva di poter rappresentare gli oggetti reali in una forma molto vicina agli stessi, cioè fornire un oggetto rappresentato abbastanza adeguato all'oggetto reale.

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