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Lo ZX Spectrum - il mio Primo Computer


Il 23 aprile 1982 Clive Sinclair (Sinclair Research) presentarono lo ZX Spectrum. Il piccolo Home Computer era destinato a diventare un punto di riferimento per l’informatica e per l’industria videoludica.
Lo ZX Spectrum riuscì a fare concorrenza al famosissimo Commodore 64, grazie anche al suo prezzo notevolmente più basso.
Chi acquistava un ZX Spectrum aveva un computer a 8-bit, dotato di CPU Zilog Z80A da 3,5MHz, RAM di serie da 16KB espandibili fino a un massimo di 128KB e un display con risoluzione massima di 256×192 pixel. caratteristiche che "fanno tenerezza" oggi, nel 2012, ma che nel 1982 decretarono il successo di questa piattaforma, una delle più ambite sul mercato, grazie a un processo d’ingegnerizzazione veramente valido che ne conteneva il costo.

Nel 1984 lo ZX Spectrum da 16KB veniva venduto a 398.000 lire, mentre lo ZX Spectrum da 48KB a 499.000 lire, ben lontane dalle 973.500 lire occorrenti per il Commodore 64 al momento del suo lancio sul mercato.
Il suo creatore, Clive Sinclair, desiderava un home computer che potesse essere il più economico possibile per cui molti suoi componenti vennero prodotti ex novo con in mente l’obiettivo della massima economia possibile.
Con il processore Zilog Z80A ad 8 bit, il chip grafico capace di gestire l’incredibile risoluzione di 32 colonne per 24 righe (256 x 192 pixel) con 15 colori e i suoi 16 o 48KB di memoria RAM, contribuì a diffondere la passione per l’informatica e la programmazione non solo, ovviamente, nel Regno Unito, ma anche in molti altri paesi, tra cui l’Italia.
La scheda madre fu mantenuta il più possibile piccola e densa di componenti, cosa che permise di avere un ingombro esterno di soli 23 x 14 x 3 cm, molto meno dei 40 x 21 x 7cm del Commodore 64 e dei 40 x 35 x 8cm del BBC Micro, i suoi concorrenti diretti. Anche la tastiera era particolare: aveva il disegno ad isola e consisteva in soli quattro o cinque parti distinte. Il case in plastica contribuiva a tenere basso il peso, che fu limitato a soli 550 grammi: molto meno degli 1,8Kg del Commodore 64 e del suo case metallico e dei 3,7Kg del BBC Micro.
Lo ZX Spectrum all’epoca era un passo avanti rispetto ai suoi concorrenti, almeno dal punto di vista dell’ingegnerizzazione dei componenti e questo gli permise di vendere ben cinque milioni di unità: una cifra sicuramente non trascurabile, soprattutto se si considera che allora in Inghilterra erano censite circa 30 milioni di abitazioni e che, come si saprà in seguito, Clive Sinclair, il proprietario della Sinclair Research, che ricevette il cavalierato per “servizi all’industria britannica” non usa il computer e preferisce, ancora oggi, il telefono all’email.

Il microprocessore
Lo Z80 nacque nel luglio del 1976 per opera di Federico Faggin che, lasciata la Intel dopo aver lavorato sull'8080, aveva fondato la Zilog. Era progettato per offrire compatibilità binaria con l'Intel 8080 in modo che il codice 8080 (in particolare il sistema operativo CP/M) potesse essere eseguito sullo Z80 senza modifiche.
Nei primi anni '80 fu usato in una grande quantità di home computer, tra cui l'MSX, il TRS-80 di Radio-Shack, i Sinclair ZX80 e ZX81 e lo ZX Spectrum. È apparso anche in molte macchine CP/M "anonime" da ufficio (nonché nel meno anonimo Osborne 1) che dominavano il mercato nello stesso modo in cui lo dominano ora le macchine Windows. A metà degli anni '80 lo Z80 fu impiegato nel Tatung Einstein e nelle serie Amstrad CPC e PCW, oltre ad essere stato la CPU scelta per lo standard MSX.

Versioni
Furono prodotte varie versioni dello Spectrum: oltre alle prime a 16 e a 48 kB, possiamo ricordare quella con una tastiera vera derivata da quella del Sinclair QL (lo Spectrum +) e le ultime, dopo l'acquisizione del progetto da parte dell'Amstrad con BASIC esteso, 128 kB di RAM ed il registratore a cassette o il floppy incorporato (Spectrum +2 e Spectrum +3).

"Milioni di unità furono vendute, principalmente in Europa (fino alla prima metà del 1983 lo Spectrum doveva essere acquistato direttamente in Inghilterra[2]) ma riscosse immediatamente un notevole interesse. Le prime crisi settoriali dopo il Natale 1984 e gli altri pretendenti al trono degli 8-bit (Commodore 64, Amstrad CPC464, ecc.) non compromisero il suo successo: la larga base di utenti della macchina valeva più di qualunque fattore prestazionale dei concorrenti. La Sinclair Research, tuttavia, non navigava in buone acque. Sir Clive Sinclair si era dedicato allo sviluppo di altri progetti come il Microdrive e lo "scooter" C5, entrambi un fallimento completo e i successori dello Spectrum non riuscivano a ingraziarsi il mercato. Il QL, (presentato in Italia nel settembre del 1984 allo SMAU di Milano) precorreva un po' troppo i tempi, non era più una macchina da gioco e contemporaneamente non era affidabile per un uso professionale, principalmente proprio a causa delle memorie di massa su microdrive. Verso 
la fine del 1984 i sintomi di questa difficoltà divennero visibili: agli imbarazzanti ritardi sul programma di lancio del QL si aggiunse la notizia del ritiro dal mercato della Timex (distributrice dei computer Sinclair negli USA).[3] Lo Spectrum+, sebbene sostenuto in Italia da una ragionevole campagna di marketing consisteva in un semplice restyling: di fatto si trattava di un 48K dotato di tastiera rigida (venne venduto anche un kit per sostituire la tastiera del 48K "classico" con quella del "Plus"). Nonostante tutto a fine anno la Sinclair deteneva ancora il 43% del mercato Britannico superando, almeno sul suolo nazionale, Commodore e Acorn.
Le promesse del governo inglese nel 1985 e la presentazione dello Spectrum 128 (lanciato inizialmente in Spagna con la collaborazione della Inves) che avvenne ufficialmente a Natale dello stesso anno non salvarono la società, che aveva investito troppo nel tentativo di commercializzare QL e C5[4]. Nel marzo 1986 la Sinclair Research fu venduta alla società che era stata la sua più accanita concorrente, la Amstrad di Alan Sugar.
L'Amstrad non fece scomparire lo Spectrum per favorire la sua linea di macchine CPC, anzi lanciò lo ZX Spectrum 128K +2. Dotato di 128Kb di RAM e di una tastiera migliorata, la nuova macchina presentava tre caratteristiche derivate dagli Amstrad CPC 464 e 4128: un registratore a cassette incorporato, una interfaccia joystick "non standard" e soprattutto un chip audio. Così facendo continuò a detenere un alto livello di vendite nella fascia bassa del mercato, e le software house ne approfittarono per inserire delle colonne sonore nei loro titoli più recenti (mentre nel vecchio Speccy l'audio era limitato a un beeper)."


L'espansione dello ZX Spectrum (Interface 1 e microdrive)
I Microdrive sono una unità di memorizzazione di massa, il cui supporto di memoria è costituito da cartucce di nastro magnetico, arrotolato ad anello, in modo che possa girare senza fine. Questo tipo di dispositivi di memorizzazione rappresentavano diversi vantaggi rispetto alle tradizionali cassette, anche se più limitati rispetto alle unità a disco.
Le unità microdrive si collegavano allo Spectrum tramite l'Interface-1. Questo tipo di dispositivo, oltre a controlalre i Microdrive, potenziava la macchina conn l'apporto di una rete locale e di una interfaccia RS/232.  Il metodo di lavoro dei Microdrive somigliava, per alcuni aspetti, a quello applicato tramite le unità a disco, con performance notevolmente ridotte.


L'esperienza personale
Per quanto mi riguarda, l'esperienza personale con lo ZX Spectrum , essa è coincisa con la mia "inizializzazione" al mondo dell'informatica. Lavoravo, in quel periodo (1985), all'interno della "Società Terni" (Gruppo FInsider - produzione di acciaio) e lì svolgevo l'attività di riparatore di motori elettrici (rifacevo gli avvolgimenti dei motori). All'interno del reparto c'era un collega, più o meno della mia età, che si dilettava di elettronica e che aveva acquistato lo ZX Spectrum e me ne parlò diffusamente. All'epoca la mia cultura circa gli elaboratori era prossima allo zero. Li conoscevo perché ero un appassionato lettore di romanzi di fantascienza e mi immaginavo un calcolatore come un qualcosa che doveva, assolutamente, occupare uno spazio grande come un capannone industriale e che svolgeva compiti ed operazioni misteriose ed imperscruttabili agli esseri umani. In effetti i calcolatori mi avevano sempre affascinato ed il desiderio di poterli usare e di capire come funzionassero mi aveva sempre intrigato. Così feci il grande passo: acquistai lo Spectrum.
Dato che all'epoca, ma l'ho già detto, la mia conoscenza dei meccanismi di funzionamento erano piuttosto nebulosi, tartassai il mio amico perché mi desse più informazioni possibili - oggi si chiamerebbe stalking  :-)
Quello che avevo a disposizione era:
  • la macchina
  • un registratore a cassette
  • un manuale d'uso con le istruzioni della macchina e del linguaggio basic.

Gli unici modi per poter fare qualcosa con il computer era comprarsi una delle tante riviste dedicate che contenevano, solitamente, una cassetta con una serie di programmi registrati (di solito giochi, ma non solo) ed una serie di listati in basic, nella parte cartacea, dei programmi contenuti nella cassetta, più, ovviamente, articoli di natura tecnica sullo Spectrum ed istruzioni per poterci fare una serie di "cose strane", non contemplate nel manuale a corredo.
Studiai, provai e ristudiai (e tartassai ancora di più il mio amico). Imparai ad utilizzare il basic. Cominciò così la mia avventura nel mondo dell'informatica. A quel tempo non c'erano applicativi pre-confezionati per attività che esulassero dai soliti giochi, a parte qualche eccezione. E se c'erano non erano per macchine come lo Spectrum, ma per quell professionali ed aziendali. Quindi qualunque cosa volessi fare con lo Spectrum dovevo inventarmela, così imparai a programmare.
Il mio Spectrum, all'inizio, era la versione base, quella con 16K di memoria, successivamente lo aggiornai a 48K, cambiai lo chassis classico con quello rigido (tipo QL, per intenderci), acquistai la famosissima Interface 1, quella che permetteva di avere un set avanzato di istruzioni e di poter gestire un Microdrive come memoria di  massa. Diciamo che l'esperienza con lo ZX Spectrum durò circa un paio di anni. Alla fine di quel periodo acquistati, usato, un Sinclair QL 128, che portai poi a 640KB, e che era monito anche di una doppia unità per la lettura/scrittura dei floppy disk (floppy da 5 pollici e 1/4) da aggiungere ai due microdrive di default.
Vendetti lo Spectrum, mi ricordo, ad un altro collega e l'Interface 1 al collega di cui parlavo precedentemente.
Lo ZX Spectrum è stato il computer che mi ha permesso di introdurmi nel mondo dell'informatica, oggi mi pento di averlo venduto, errore che non ripetuto con il QL (che è ben riposto nel mio personale museo informatico).
Che devo dire: Grazie Spectrum! Probabilmente se non lo avessi acquistato, la mia vita, oggi, avrebbe preso un'altra direzione, chissà.......

Commenti

  1. Approvo in pieno quanto scritto: anche io ho cominciato così ed ora mi taccio di saperne abbastanza di elaboratori, ma il vecchio amore non si può dimenticare così ho ricomprato lo Spectrum classico 48k, lo Spectrum+ , lo Spectrum +2 e il +3 (con Rom modificate) ed infine il mitico QL espanso a 640K :)

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  2. Anche io ho acquistato prima lo ZX81 (Sinclair) e successivamento lo Spectrum 48K. Ma all'epoca ero già da tempo un tecnico hardware addetto alla riparazione e manutenzione dei grandi computer commerciali e scientifici della soc. Honeywell e sono passato successivamente prima al SW di base e poi al SW applicativo nella stessa azienda che si è poi fusa con la General Electric.

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