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Didattica e Informatica: Il Metodo (parte 1)


IL METODO


1. DIDATTICA: CONTENUTO E METODO. CONSIDERAZIONI GENERALI 
La didattica, come disciplina che analizza e sperimenta continuamente nuovi approcci all'interno del mondo della scuola, difficilmente riesce ad influenzare in modo diffuso la prassi operativa delle istituzioni scolastiche. Questo fatto dipende,  non dalla incapacità della stessa a fornire soluzioni convincenti, ma dalla staticità delle istituzioni nei confronti dei cambiamenti e dalla insofferenza di una larga parte del corpo docente nei suoi confronti. I motivi di questa situazione sono molteplici, il che richiede una analisi approfondita per cercare di capire il problema e trovare, di conseguenza, una  possibile soluzione. 

Le istituzioni scolastiche (ministero, provveditorati, istituti scolastici) si occupano principalmente di spostamenti di personale, di gestione amministrativa e molto poco di didattica. Alla stessa stregua, i corsi di aggiornamento si risolvono, molto spesso, in occasioni di sterile discussione senza che le nozioni acquisite dagli insegnanti possano essere poi applicate all'interno dell'ambiente didattico. Il problema principale risiede, più che altro, nella mancanza di un metodo generale che definisca, a livello di base, degli standard di insegnamento. Mentre i contenuti dell'istruzione vengono, in qualche modo, definiti ed applicati le impostazioni inerenti le linee programmatiche e la didattica applicata vengono, spesso, rese sterili proprio in sede applicativa
Il problema del contenuto dell'istruzione, pur importante, non può essere argomento di questa tesi, in quanto esulerebbe dai suoi scopi. L'unico richiamo degno di nota è quello inerente lo stretto legame che vi deve essere tra contenuto dell'insegnamento e realtà sociale. 
La questione del metodo didattico, al contrario, riguarda pienamente il contenuto di questa analisi, perciò verrà discusso in modo approfondito. 

2. IL METODO NELLA DIDATTICA
La scuola, come istituzione dello Stato, quindi rivolta a tutti i cittadini, deve garantire a tutti una "pari opportunità" di acquisizione dell'istruzione. Questa opportunità non può essere elusa: 
  • né da situazioni in cui non venga fornito il contenuto stesso   dell'istruzione 
  • né dall'applicazione di metodi inadeguati 
  • né da fattori di tipo temporale (possibilità di non iscrivere ragazzi dopo che sono stati respinti per due volte) 

A livello strettamente didattico la pari opportunità deve essere garantita: 
  • dalla esposizione completa del contenuto dell'istruzione 
  • dall'applicazione di un metodo adeguato di istruzione 


3. LA QUESTIONE DELLE PARI OPPORTUNITA'
Non esiste oggi, all'interno del vasto mondo della scuola, un metodo di insegnamento che possa essere definito come tale. La realtà assai variegata della scuola si presenta ai nostri occhi come un mondo in cui esistono migliaia di situazioni differenti e, spesso, contrastanti tra di loro. Ciò non è da considerare un fattore negativo in  sé, in quanto permette agli insegnati di rapportarsi più strettamente alla realtà sociale dei discenti. Questo stesso discorso, però, resta valido solo se la figura di insegnante a cui ci si riferisce corrisponde, con ogni approssimazione possibile, alla figura di docente ideale, sempre pronto a seguire e sostenere i discenti. In effetti, tale figura esiste solo teoricamente; certo esistono molti insegnanti che svolgono il loro ruolo con dignità, correttezza e, perché no, fantasia ed inventiva ma, molto spesso, la figura di docente a cui ci si trova davanti è molto diversa da questo modello. 

Il problema fondamentale è che il corretto o meno rapporto didattico che un discente dovrà affrontare dipende, oggi, solo ed unicamente dall'atteggiamento e conseguente comportamento del docente (o docenti) con cui dovrà interagire. In sintesi la scuola, come istituzione, non è in grado di garantire ad un soggetto che usufruisce dei suoi servizi, se il rapporto didattico e l'ambiente scolastico che avrà di fronte saranno di tipo adeguato alle aspettative o meno. L'unico modo in cui oggi è possibile intervenire in tale ambito è la selezione a priori dei docenti. L'istituzione, nella realtà oggettiva delle cose, non è in grado di intervenire all'interno del rapporto didattico. Se ciò favorisce, da una parte, il diritto alla libera docenza, dall'altro determina una situazione in cui un soggetto si trova ad operare con un buon insegnante ed un altro con un cattivo insegnante. Ciò determina una situazione generale in cui non a tutti i soggetti discenti viene fornita una pari opportunità di poter acquisire nozioni e maturità adeguate. In questo contesto una soluzione possibile è quella di stabilire le modalità di un metodo generale di base uguale per tutti.


In una situazione in cui l'andamento corretto o meno del rapporto educativo dipende quasi esclusivamente dal docente, per poter garantire l'effettiva efficienza ed adeguatezza del processo di istruzione bisogna avere dei docenti  preparati che applichino un metodo di insegnamento adeguato. La preparazione dei docenti, in quanto contenuto dell'istruzione, è data dai corsi di studio che hanno frequentato, il metodo di insegnamento, al contrario, non viene acquisito se non per le spefiche capacità dell'insegnante e per la sua volontà di ricercare autonomamente delle strade  attuabili. Va considerato, infatti,  che anche in sede di esame per l'acquisizione dell'abilitazione, non vengono minimamente saggiate le loro potenzialità e capacità in merito ai processi di applicazione delle metodologie didattiche
La soluzione ideale sarebbe quella di istituire dei corsi di studio obbligatori, per gli aspiranti insegnanti, in cui vengano analizzati i processi di apprendimento e le metodologie didattiche. Tali corsi potrebbero prevedere una fase generale ed una specifica per disciplina di insegnamento. Le modifiche che si stanno apportando attualmente in sede legislativa, con l'istituzione di un corso di studio in scienza dell'educazione, presso i Magisteri, lasciano ben sperare, anche per la prevista attivazione di tirocini guidati, in una equilibrata integrazione tra teoria e prassi.*

* (Questo fa riferimento è alla situazione esistente all'inizio degli anni '90)

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