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Didattica e Informatice: Le Tecnologie Educative (Parte 1)


Le caratteristiche essenziali delle Tecnologie Educative
Il complesso processo riguardante l'ambito dell'insegnamento, come affermato in precedenza, è da considerarsi, per eccellenza, un ambito comunicativo, un ambiente dove degli interlocutori, docenti e discenti, si scambiano informazioni sotto forma di messaggi significanti. Di tale ambito si erano analizzate, in forma piuttosto teorica, le interrelazioni comunicative e gli atteggiamenti e comportamenti dei soggetti che in tale rapporto comunicativo fungevano da protagonisti.



Allo stesso modo si era definita una ipotesi di metodo didattico che potesse assumersi come approccio interdisciplinare e, nello stesso tempo, applicabile ai vari gradi della scuola. In tal senso era stato individuata una metodologia, ricavata dalla formulazione dei diagrammi di flusso nel campo informatico, rivelatasi adatta a tale scopo. La conoscenza dei fenomeni che intercorrono durante il processo di comunicazione didattica e l'individuazione di un metodo per la stessa comunicazione e l'istruzione non esauriscono, comunque, il discorso su una corretta analisi del rapporto didattico. Manca, in termini estremamente pratici, una analisi dettagliata delle modalità con cui tali approcci comunicativi e tale metodo possono essere applicati.
Il discorso sul metodo, introdotto nel capitolo precedente, non risolve il problema riguardante gli strumenti da utilizzare, nella didattica applicata, per poter comunicare il contenuto dell'istruzione. Il metodo, in se stesso, fornisce il percorso concettuale da intraprendere per poter risolvere dei problemi, non fornisce, invece, gli strumenti operativi adatti alla soluzione delle singole questioni. Non tratta, in ultima analisi, il problema dei sussidi dell'istruzione che possiamo definire, in sintesi, come le tecnologie educative.
Le tecnologie educative si possono definire, a livello generale, come tutta quella serie di strumenti e supporti in grado di garantire, allo stesso tempo, una buona comunicazione didattica ed una corretta esposizione del contenuto dell'istruzione. In questo senso si possono considerare tecnologie educative tutti gli strumenti che il docente usa per esporre e spiegare un determinato argomento, come ad esempio il linguaggio, il libro, la lavagna, ecc. 

L'importanza che riveste il problema delle tecnologie educative è rilevabile, ad esempio, da quanto affermato nel capitolo dedicato ai limiti del rapporto didattico. In riferimento ai limiti oggettivi si affermava che questi derivavano dalla incapacità della scienza di fornire rappresentazioni adeguate della realtà. Evolvendosi, le scienze, all'interno di un ambito costituito da simbologie rappresentanti gli oggetti reali, le stesse non sono in grado di darci che una immagine "simbolicamente mediata" degli oggetti. La spiegazione scientifica, in questa situazione, si risolve in una riduzione della complessità effettiva del reale e, quindi, nel fornire una rappresentazione inadeguata dell'oggetto. La soluzione a questo problema, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non è possibile. Vi è, però, la possibilità di ridurre in modo sensibile la "differenza" tra reale e rappresentazione simbolica. Ciò si può ottenere attraverso l'integrazione del metodo con tecnologie rappresentative adeguate. Attraverso il metodo è possibile la costruzione di modelli cibernetici sempre più complessi in grado di rilevare un sempre maggiore numero di "scelte" e di flussi informativi presenti all'interno di un determinato evento. Attraverso delle tecnologie educative adeguate è possibile rappresentare ed operare delle simulazioni di questi modelli molto vicine alla realtà.
L'integrazione tra metodo e tecnologie porterebbe, di fatto, ad un miglioramento significativo del processo di comunicazione all'interno dell'ambito didattico. Questo tema, oggi, sembra, effettivamente, quello dominante nel campo della riflessione pedagogico-didattica.
Afferma, a questo proposito, R.Zanzarri:"Senza dubbio, in questa seconda metà del secolo, in Italia ed altrove, lo scacco che avviene nella comunicazione maestro-scolaro, la ricerca delle sue cause a vari livelli (disturbi dell'affettività, struttura del messaggio linguistico ed extra-linguistico emesso dall'insegnante, la decodifica, il contesto, anzi l'etnografia della classe, si è detto), insomma i molteplici aspetti della pragmatica scolastica hanno determinato una messe di studi, di rilevazioni empiriche e di costruzioni teoriche, che è assai arduo seguire...."
In  questo senso le soluzioni al problema della comunicazione intersoggettiva andrebbero individuate attraverso l'apporto di conoscenze e supporti tecnologici tradizionalmente esterni al mondo scolastico. Tutto ciò significa l'acquisizione di nuove metodologie applicate attraverso l'ausilio di tecnologie educative altrettanto innovative. A questo proposito Zanzarri prosegue:"La bibliografia che attiene al complesso gioco interattivo tra docenti e discenti, tra i membri del <<Sistema Classe>>, da collocare correttamente in un insieme sistemico ricco, polimorfo, si espande a ritmi vertiginosi, esponenziali, e sembra quasi far concorrenza ad altre branche del sapere, <<scientifiche>> in senso stretto, dove le scoperte e gli annunci delle scoperte tengono un passo più rapido delle discipline umanistiche".
L'introduzione  di metodologie e tecnologie innovative è, quindi, un passo necessario per il miglioramento del rapporto didattico ma, chiaramente, non è in grado di risolvere, in sé, il problema complesso della comunicazione didattica.  Ciò che  riveste  la massima importanza, in ambito didattico, è la possibilità che i soggetti protagonisti del rapporto comunicativo riescano, non solo a comunicare semplicemente, ma a farlo in modo corretto. Ciò significa che dall'esperienza scolastica essi devono ricavare, non solo una serie di nozioni (contenuto dell'istruzione), ma anche una crescita complessiva della loro personalità. E' quindi necessaria una differenziazione nell'applicazione di metodi e tecnologie, proprio in riferimento a questo. Tale differenziazione, a livello generale, si esplica su diversi livelli:
  • in riferimento all'età dei discenti (quindi al grado scolastico)
  • in riferimento alla collocazione geografico-sociale
  • in riferimento alla personalità individuale dei soggetti

In questo senso è certamente un bene avere a disposizione uno stesso metodo, ma è indispensabile che questo si adatti alle situazioni oggettive. L'importanza di un metodo uguale per tutti era stata spiegata precedentemente, essa dipende da due ordini di ragioni:
applicare una metodologia in grado di riferirsi, il più strettamente possibile, ai meccanismi di apprendimento umani
favorire, attraverso un metodo generale, una situazione di pari opportunità per tutti.
Tutto ciò, però, non vuol dire determinare una situazione di uniformità verso canoni stabiliti a priori, al contrario, vi è estrema necessità di uniformare il metodo alle situazioni particolari (oggettive e soggettive). Quindi, per quanto possibile, metodo e tecnologie devono adattarsi alle particolari esigenze di ordine sociale e soggettivo esistenti. Proprio in riferimento a ciò risulta esplicativo il seguente passo di G.Mollo:"...compito di ogni educatore che intenda permettere lo svolgimento della soggettività di ogni individuo è quello di agevolare lo sviluppo di ogni personalità in intensità riflessiva piuttosto che nell'estensione ripetitiva."3
Quindi, metodo e tecnologie devono favorire, più che una comunicazione unilaterale:

DOCENTE > DISCENTE

un dialogo plurilaterale:

DOCENTE > DISCENTE

con scambio continuo di messaggi da entrambi i comunicanti. Solo in questo caso è possibile il determinarsi di una crescita corretta della personalità. Scrive, sempre Mollo, a questo proposito:"La reversibilità degli atteggiamenti e del flusso comunicativo è ciò che permette la crescita nella fiducia, nella possibilità di sbagliare e sperimentare, nella gioia di avvertire ogni acquisizione come una personale appropriazione di vita."4
Alla  stessa stregua, il comunicare in modo corretto determina non solo una crescita della personalità, ma anche della acquisizione dei contenuti dell'istruzione. Afferma, a questo proposito, Zanzarri:"Soggetto ed oggetto, forma e  materia, individuo e cultura si compenetrano, a rigore <<comunicano>>, dando luogo a sintesi di volta in volta nuove e difformi."
La caratteristica essenziale di metodo e tecnologie, quindi, deve essere l'estrema adattabilità a situazioni diverse ed a livelli diversificati, all'interno della stessa situazione.
Fin  qui si è parlato di metodo e tecnologie educative, riferendosi ad esse come se fossero un'unica cosa, in effetti un buon metodo didattico può essere applicato seriamente solo se sostenuto da una appropriata tecnologia comunicativa.  Il problema che emerge è che non esiste un solo sussidio, una sola tecnologia. Nella stessa riflessione sul metodo si era affermato che, pur definendo la metodologia presentata come un validissimo approccio, essa non era da considerarsi esaustiva, nel senso che altri metodi, per pareri differenti, potrebbero essere giudicati più idonei. Un discorso analogo, anche se inserito su di un piano diverso, riguarda le tecnologie educative. Possono esistere vari modi di presentare il contenuto dell'istruzione, non solo, esistono diverse modalità di comunicare, ognuna, nella sua specificità, assolutamente valida. Uno dei più comuni modi per comunicare, ad esempio, è il linguaggi parlato. Si può definire questa modalità come la più usata, non solo nell'ambito didattico, ma in generale come modo di rapportarsi a livello interpersonale. L'espressione attraverso la parola, ci auguriamo, non declinerà mai. Per quanto riguarda, invece, il sapere "conservato", il libro è il mezzo che per generazioni di insegnanti e studenti ha costituito un punto di riferimento insostituibile. Altre "tecnologie", riguardanti soprattutto l'aspetto puramente espositivo degli argomenti sono state e sono tutt'ora la scrittura, la mimica, ecc.
Queste tecnologie sono state spesso criticate, e molte volte a ragione, di non essere pienamente in grado di rappresentare adeguatamente oggetti ed eventi. Il problema, effettivamente, è reale. Esso si determina non solo per l'inadeguatezza delle stesse tecnologie ma per i limiti oggettivi della scienza a poter rappresentare, in modo adeguato, la realtà. Il problema che si presenta davanti agli occhi del pedagogo e dell'esperto in didattica è quel
lo del come superare questi limiti. Vi è necessità, dopo aver risolto il problema del metodo in se stesso, di poter approntare delle tecnologie adatte al duplice compito di migliorare sensibilmente la qualità della comunicazione didattica e, nello stesso tempo, rappresentare il reale in modo più adeguato. Il linguaggio parlato e la scrittura, nonchè la mimica, non sono in grado, da soli, di garantire la soluzione del problema. La soluzione, in questo senso, è quella di integrare alle tecnologie tradizionali degli approcci innovativi che si avvalgano dello sviluppo tecnologico in atto nella società.

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