Il successo e l'interesse del mercato verso la Programma 101 si confermò nel dicembre '65 alla Fiera di Mosca e successivamente alla Fiera Campionaria di Milano, nel '66.
Nel frattempo, il mercato aveva accolto molto tiepidamente la nuova Logos 27, che aveva per giunta ancora problemi di messa a punto; per questo motivo l'alta direzione decise di avviare rapidamente la produzione della Programma 101, dedicando a questo scopo lo stabilimento di San Bernardo, presso Ivrea, dove si producevano le macchine contabili più complesse. Dopo la cessione della DEO alla GE la competenza elettronica in Olivetti si era peraltro quasi azzerata. Perotto fu coinvolto nelle attività di avviamento della produzione e dell'assistenza tecnica ai clienti; tra l'altro, la metodologia di collaudo piastre col calcolatore (un 1401 IBM) fu impostata da Perotto e sviluppata da un gruppo di tecnici programmatori posti alle sue dipendenze. Per fortuna e per buffo che possa sembrare, Perotto riuscì a radunare molti ex colleghi passati alla OGE, che chiedevano di poter rientrare, attratti dal successo della P101, nel momento in cui la nuova società con General Electric sembrava già dibattersi in serie difficoltà esistenziali.
Per le prime attività di vendita si decise di privilegiare il mercato statunitense, giudicato il più evoluto. Le prime vendite della P101 negli Stati Uniti furono un successo clamoroso, tant'è che la produzione non riusciva a soddisfare gli ordini, mentre anche tutte le consociate estere di Olivetti chiedevano insistentemente di commercializzarla. La stessa NASA, dopo l'acquisto di un primo lotto di macchine, espresse una grandissima soddisfazione e dagli Stati Uniti venne la richiesta insistente di poter aprire una linea di produzione locale, in modo da poter commercializzare le macchine col marchio Made in USA e così aprirsi più facilmente il ricchissimo mercato degli enti federali. La stessa IBM, allertata dal successo della P101, aveva provveduto ad acquistarne alcuni esemplari, per meglio studiarne la tecnologia utilizzata.
L'Olivetti era solita predisporre le opportune coperture brevettuali fin dall'inizio del progetto, non appena le idee innovative erano state consolidate. La P101 era stata brevettata in Italia fin dalla primavera del '64. Quando si decise di presentare la macchina al BEMA fu necessario estendere la copertura del brevetto agli Stati Uniti, che di fatto rappresentavano la patria dell'elettronica e che per questo già possedevano una rigida legislazione in proposito. Il brevetto, assegnato per legge solo a persone fisiche, fu rilasciato all'ingegner Perotto e al suo braccio destro, l'ingegner De Sandre, dopo aver essi rilasciato all'ufficio brevetti di Olivetti una dichiarazione preventiva di cessione all'azienda di tutti i diritti per il corrispettivo di un dollaro.
Il brevetto si rivelò provvidenziale l'anno successivo: nel 1967 Hewlett Packard presentò sul mercato l'HP9100, una macchina in tutto simile alla Programma 101, di cui ricalcava la logica interna e l'utilizzo della scheda magnetica. Hewlett Packard, minacciata per questo di azione legale, preferì con insospettabile stile non andare in giudizio, corrispondendo piuttosto a Olivetti la somma di 900.000 dollari a titolo di royalties.
Tutti questi avvenimenti avrebbero dovuto far riflettere la direzione Olivetti sul fatto che il mercato stava per cambiare radicalmente, ma la P101, pur considerata un successo, venne comunque ritenuta incapace di uscire da una nicchia elitaria di mercato. Con l'occasione fu anzi solennemente ribadito: "La Olivetti vive di macchine per scrivere, di calcolatrici a quattro operazioni, di addizionatrici, ossia di prodotti di massa, da produrre in grandi serie e a costi ai quali l'elettronica non potrà mai giungere."
Così, la straordinaria opportunità fornita dalla P101 non fu purtroppo colta.
A conferma di ciò, l'Olivetti, che si era trovata tra le mani la SGS, costruttore di circuiti integrati, in partnership con la Fairchild, se ne disfece perché la società era considerata non funzionale al proprio core business. Tant'è che il professor Federico Faggin, altra eccezionale figura di ricercatore e tecnologo, dopo aver operato prima in una piccola azienda elettronica di proprietà di Dino Olivetti, fratello di Adriano, e successivamente in SGS, lasciò quest'ultima agli inizi degli anni '70, per trasferirsi nella Silicon Valley, dove dette vita, insieme a molti personaggi che hanno fatto la storia dell'informatica, a una stagione di innovazione tecnologica e di invenzioni rimasta per sempre nel mito.
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