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Storia e Caratteristiche della "Perottina" (Parte 2)

Il prototipo della Perottina creato in laboratorio attirò la curiosità di alti dirigenti Olivetti, che si recavano singolarmente presso l'ufficio progetti di Perotto, a San Lorenzo, per conoscere questo strano oggetto di cui si cominciava a parlare. La sorpresa e la meraviglia generale testimoniavano un apprezzamento per le caratteristiche della macchina, anche se, in linea con gli indirizzi del vertice aziendale, rimaneva comunque prevalente l'opinione che la Perottina non sarebbe mai divenuta un prodotto strategico per l'Olivetti, ma solo un'interessante presenza in un mercato di nicchia.
Dopo la presentazione ufficiale alla prima linea dei dirigenti Olivetti, la corrente favorevole alla Perottina, nettamente minoritaria ma con personaggi autorevoli e di peso quali Roberto Olivetti, Capellaro, Elserino Piol (allora responsabile della pianificazione prodotti aziendale), oltre ovviamente a Perotto stesso, finì col prevalere, ottenendo un tiepido consenso del vertice aziendale: era consentito avviare la produzione della macchina e prepararne il lancio commerciale, per il quale pure era stata definita la presentazione al BEMA show di New York del '65.
Date le caratteristiche del tutto innovative del prodotto, si riteneva opportuno saggiare le reazioni di un mercato evoluto per poter poi decidere una strategia commerciale adeguata. Da quel momento il coinvolgimento aziendale si impennò bruscamente.

Per la Perottina era stato scelto il nome "Programma 101", che rifletteva bene la sua caratteristica più importante, ma che soprattutto suonava bene in inglese con accento americano. Il design della carrozzeria definitiva fu realizzato dal giovane architetto Mario Bellini, incaricato dal dott. Roberto, che capì immediatamente i vincoli ergonomici definiti dal progetto e propose un'immagine molto gradevole e originale della nuova macchina.
Per i progettisti iniziava la solita corsa contro il tempo per realizzare i circuiti stampati per il gruppo elettronico, per costruire una pre-serie di 10 esemplari nella versione ingegnerizzata definitiva, da utilizzare per la preparazione del lancio commerciale e per sviluppare, in cooperazione col gruppo incaricato del lancio, un corredo di programmi applicativi che potessero servire a mettere in evidenza le qualità e la duttilità di impiego del prodotto: occorrevano applicazioni in campo amministrativo, finanziario, attuariale, tecnico scientifico.
La preparazione del lancio commerciale, diretta dal Elserino Piol, si rivelò una fase molto intensa di attività e di impegni: occorreva predisporre tutta la documentazione tecnico-commerciale del prodotto, ideare i messaggi pubblicitari, organizzare le conferenze stampa e le applicazioni dimostrative. Due di queste due suscitarono particolare interesse:


  • un piano di ammortamento che consentiva di inserire capitale, tasso di interesse, numero di anni, per avere in stampa, dopo pochi secondi, la lista di quote annuali e capitale residuo;
  • il gioco Angela Game, sviluppato in USA, che consentiva al visitatore di gareggiare con la macchina per raggiungere per primo un numero definito a priori, senza superarlo, sommando alternativamente la puntata propria (da effettuare secondo certe regole) e quella dell'avversario; naturalmente la macchina vinceva (quasi) sempre.
Risulta così di tutta evidenza che ci si stava muovendo su due piste distinte, da una parte chi aveva sposato la causa della P101 (pochi, come abbiamo visto), dall'altra l'effettiva realtà aziendale.


Era prassi in Olivetti che il lancio di nuovi importanti prodotti a una grande esposizione fosse preceduto, qualche giorno prima da una conferenza stampa, curata dai responsabili stessi del lancio. Per la P101 non si era fatta eccezione: senza lesinare i mezzi, era stata annunciata e presentata alla stampa in una immensa sala conferenze di un grande albergo in Park Avenue, a New York. La macchina troneggiava su un tavolo nel palco centrale, davanti a una foltissima platea di giornalisti e di invitati (centinaia).
Dopo la descrizione iniziale delle caratteristiche funzionali e delle prestazioni, il presentatore annunciò che la macchina avrebbe calcolato le coordinate della posizione di un satellite nell'orbita ellittica intorno alla Terra in diversi istanti successivi; introdusse la cartolina magnetica con il programma e i dati iniziali e, dopo 2 o 3 interminabili secondi, la macchina cominciò a stampare i risultati, proiettati in diretta su un grande schermo. Un applauso scrosciante concluse la dimostrazione, a cui seguirono una fittissima serie di domande e poi un resoconto sulla stampa, con commenti molto positivi, spesso entusiasti, confermati poi negli articoli di recensione del BEMA.

A Ivrea, invece, il grosso dell'azienda aveva lavorato per l'evento del BEMA Show di New York, previsto per il mese di ottobre 1965 e considerato strategicamente fondamentale: in quella sede, Olivetti avrebbe presentato i suoi nuovi prodotti meccanici, sui quali puntava molto per un efficace rilancio dell'Azienda. La Programma 101, che non era considerata funzionale alle strategie aziendali, non suscitava particolare interesse e pertanto l'istanza di presentarla a New York fu accolta con una certa noncuranza, generando semmai qualche perplessità: quale poteva essere il prezzo da proporre al mercato in rapporto alla Divisumma 24, rappresentando oltre tutto un ibrido, una via di mezzo tra calcolatrice meccanica e calcolatore elettronico, senza essere né l'una né l'altro? Andavano poi considerate le difficoltà di manutenzione, in assenza di personale qualificato, e le sicure difficoltà di vendita, in un mercato che si riteneva non avrebbe mostrato alcun vero interesse, esclusa forse qualche nicchia insignificante.


Tuttavia l'alta direzione, per non sembrare sorda all'innovazione, decise di portare la P101 al BEMA, senza alcuna particolare aspettativa al riguardo. Il primo personal pomputer della storia, che allora venne chiamato "The first Desk Top Computer in the world", faceva così il suo debutto sul mercato entrando, per così dire, dalla finestra: nessuno poteva immaginare, forse neanche lo stesso Perotto, quale straordinaria rivoluzione tecnologica si stava preparando.
A questa colossale mostra di settore partecipavano tutti i principali costruttori mondiali di allora, sia di grandi calcolatori sia di macchine per ufficio (tra i primi IBM, Univac, Control Data, etc., tra i secondi NCR, Borroughs, Frieden, Monroe, etc., da tempo tutti scomparsi, tranne IBM). Anche l'Olivetti aveva predisposto uno stand molto grande, a forma semicircolare, con in mezzo le Logos 27, su apposite piattaforme.
Erano queste le nuove calcolatrici meccaniche che dovevano costituire il prodotto di punta dell'azienda e tutto intorno avevano gli altri prodotti in esposizione: nuovi modelli di macchine per scrivere, addizionatrici, fatturatrici, tutte particolarmente curate nel design, secondo il più classico stile olivettiano. La strategia di comunicazione verso il mercato era stata ben delineata dalla stampa americana; in particolare Business Week aveva dedicato alla Olivetti una delle sue famose cover stories, con il titolo "La Olivetti troverà nella meccanica le chiavi del suo futuro successo".


Alla Programma 101 era stata riservata una saletta, molto defilata in fondo allo stand.
Inutile dire che, fin dal primo giorno di apertura della mostra, si verificò un fatto imprevisto, almeno per certuni, sconvolgente. Lasciamo parlare in proposito l'ing. Perotto: "Non appena il pubblico si accorse della Programma 101 e si rese conto delle sue prestazioni, cominciò ad affollarsi nella saletta, desideroso di mettere le mani sulla tastiera, di avere informazioni su quando il prodotto sarebbe stato disponibile, sul suo prezzo. In un primo tempo le reazioni furono quasi di diffidenza: alcuni chiesero se per caso la macchina non fosse azionata da qualche grosso calcolatore nascosto dietro la parete! Poi la diffidenza si mutò in stupore, infine in entusiasmo."
L'interesse da parte del pubblico fu tale da dover costringere la più parte degli addetti allo stand a illustrare la Programma 101, mentre assai scarsa attenzione era dedicata al resto delle macchine presenti. Fu addirittura disposto uno speciale servizio d'ordine per disciplinare l'afflusso dei visitatori alla Programma 101.
Tutto ciò accadeva dopo soli tre mesi che era stata ufficialmente costituita la società OGE (Olivetti General Electric), che sanzionava di fatto il disinteresse di Olivetti verso le tecnologie elettroniche.

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