LA QUALITÁ E LA QUANTITÁ DELLE INFORMAZIONI
Un organismo cibernetico, cioè in grado di autoregolarsi, non è così di per sé. Per poter fornire risposte adeguate alle circostanze, deve possedere un'immagine corretta di ciò che lo circonda. Sempre ricorrendo all'esempio del computer, possiamo affermare che, per fornire dei dati corretti in uscita, esso deve possedere un buon programma di elaborazione in grado di:
- decodificare correttamente i dati in entrata
- elaborare correttamente tali dati
- codificare adeguatamente i dati in uscita
Lo stesso tipo di necessità si ha a fronte di un organismo biologico (uomo).
Un soggetto umano avrà bisogno di una educazione (relazioni interpersonali) in grado di permettergli di interagire correttamente con l'ambiente circostante.
Analizzando a fondo il problema ci si accorge che, in tutti due i casi, a determinare la correttezza o meno delle risposte è l'ambiente in cui il sistema preso in esame (computer, uomo) è posto. L'influenza dell'ambiente sull'individuo è stigmatizzato in questo modo da Mialaret: "Le caratteristiche del gruppo classe possono essere riassunte nel modo seguente: il gruppo classe fa esperienza diretta di interazione poichè i suoi membri esercitano un'influenza l'uno sull'altro e, a causa delle relazioni guida che in esso si sviluppano, il gruppo ha un suo effetto su di essi;...".(1)
Per cio che con concerne il rapporto tra apprendimento ed ambiente, Giugni, ad esempio, afferma: "L'organizzazione del prorpio progetto di vita e della tensione al futuro dipende, infatti, dalla capacità del soggetto a chiedere all'ambiente e ad attribuire un valore al contenuto della sua esperienza. L'uomo apprende impegnandosi in una attività (ciò che fa quando pensa, gode di qualcosa, compie una valutazioone, ecc) ed in una esperienza (il processo di azione-reazione alle situazioni che si presentano) in modo da provocare mutamenti (temporanei o permanenti) prima nella sua percezione e poi nel comportamento. Ognuno si avvale, nel processo di apprendimento, di un suo tipo di esperienza precedente che può portarlo - attraverso una serie di attività - ad una maggiore e migliore analisi (differenziazione) o ad una maggiore e migliore integrazione."(2)
Nel caso del computer è il programmatore che, creando il programma, definisce le istruzioni di elaborazione dei dati, istruzioni che possono essere corrette o meno.
Nel caso dell'uomo è l'insieme dei fattori sociali che determina la formazione della personalità (intendendo per fattori sociali tutta la somma delle esperienze e dei contatti interpersonali).
Sia il programma (computer) che la personalità (uomo) non sono innati, ma vengono acquisiti nel corso della programmazione (computer) e dell'esperienza e dell'educazione (uomo).
Ciò che esiste di "innato" è solo il sistema delle connessioni dei circuiti nel computer, e l'insieme delle sinapsi del sistema neuronale nell'uomo.
Ma anche in questo senso i pareri degli scienziati e degli esperti del settore non sono univoci. C'è chi afferma che esistono delle informazioni che sono già presenti nell'uomo, nel momento della sua nascita.(3)
Esse vengono definite come "caratteri ereditari" e, sembra, che vadano altre la semplice somiglianza somatica con i genitori.
E' stato provato, infatti, attraverso esperimenti con cavie di laboratorio, che informazioni diverse da quelle che generano la somiglianza somatica o le malattie, sono trasmissibili da un individuo all'altro. Ne è un esempio classico il topo che riesce a percorrere un labirinto dopo che il genitore, prima della sua nascita, aveva fatto altrettanto per raggiungere del cibo.
Si tratta di informazioni presenti nel DNA delle cellule, il contenitore del patrimonio genetico degli organismi viventi. Queste affermazioni sembrano, in qualche modo, contraddire quanto affermato precedentemente.
In realtà non vi è contraddizione: il fatto che determinate caratteristiche possano essere trasmesse da un individuo ad un altro non sconvolge, in nessun caso, la teoria dell'influenza dell'ambiente sugli organismi. Queste informazioni presenti nel DNA possono essere intese come potenzialità, cioè come tendenze che poi l'ambiente può correggere e modificare.
Infatti, sempre ricorrendo all'esempio del topolino, se viene introdotto in un labirinto diverso da quello "ereditato geneticamente" dal genitore, deve modificare le proprie abitudini e cercare un nuovo percorso. Tutto ciò sembra convalidare l'ipotesi dello sviluppo attraverso patterns successivi descritto in precedenza. Esso avviene attraverso la trasmissione propriamente culturale (comunicazione tra soggetti), non è da escludere che determinate informazioni possano essere trasmesse attraverso il "canale genetico".
Volendo fare delle ipotesi più avanzate, si può parlare di informazioni di base per l'immediato "interfacciamento" dell'organismo vivente con l'ambiente circostante, alla stregua, ricorrendo sempre alla comparazione con i computers, delle informazioni contenute nel BIOS (Basic Input Output System) degli elaboratori elettronici.
Gli elaboratori elettronici possiedono delle informazioni pre-programmate che consentono loro di "interpretare" i vari sistemi operativi con cui devono lavorare. Queste informazioni si riducono a poche istruzioni.
Se queste determinate informazioni possano o meno influenzare (positivamente o negativamente) il soggetto dipende, comunque, dalla forza di impatto e dalle modalità con cui l'ambiente interagisce con l'individuo.
(1) G. MAILARET, Introduzione alle scienze dell’educazione, La Terza, Roma 1989, p. 98
(2) G. GIUGNI, Ipotesi e strategie per la programmazione didattica nella scuola, Giunti e Lisciani, Teramo 1986, p. 106
(3) Cfr. E.R. MILGARD - H. BOWER, Le teorie dell’apprendimento, Angeli, Milano 1985
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