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Dal laboratorio al mercato

Il nuovo elaboratore venne annunciato l’anno seguente col nome di ELEA 9003. La sigla stava per Elaboratore Elettronico Automatico, ma c’era una allusione all’antica scuola filosofica della Magna Grecia


Si trattava di un sistema d’avanguardia sotto tutti gli aspetti: dalla tecnologia alla concezione logica al design.
Come già detto, era realizzato completamente a transistor, una novità sul mercato mondiale. L’impostazione logica, dovuta a Giorgio Sacerdoti, includeva la  multi-programmazione, una capacità all’epoca praticamente sconosciuta. E anche il design di Ettore Sottsass era del tutto innovativo: basti dire che gli armadi, invece che arrivare al soffitto, erano ad altezza d’uomo, mentre i cavi di alimentazione e collegamento, anziché sotto il pavimento, passavano sopra la macchina, in aerei condotti.
L’ELEA 9003 venne presentato alla Fiera di Milano del 1959, dove vinse il Compasso d’oro. Il primo esemplare venne acquistato dalla Marzotto e installato nel 1960  nella fabbrica di Valdagno. Seguirono enti come Monte dei Paschi, Fiat Ricambi, ENI,  Cogne, Credito Italiano, INPS, Automobile Club, Banca San Paolo di Torino, Ferrero di Alba, Motta, Lancia di Torino ecc.  Complessivamente, tra il 1960 e il 1964 vennero prodotti e installati circa quaranta ELEA 9003.
L’ELEA 9003 era un sistema di grandi dimensioni e prezzo elevato (500 milioni di lire di allora) e gli acquirenti erano quindi limitati a grandi utenti pubblici o privati.  Venne perciò  deciso di progettare un elaboratore di dimensioni sensibilmente minori, che avesse un mercato potenziale molto più ampio. 
Così, nel 1961 venne messo sul mercato l’ELEA6001, orientato a una utenza media. Il sistema ebbe ampio successo: dal 1961 al 1965 ne furono venduti oltre centocinquanta esemplari; in particolare, ebbe ampia diffusione nelle università per le sue capacità di calcolo tecnico e scientifico.  Una innovazione progettuale di questa macchina era la cosiddetta Matrice Logica di Sequenza, una memoria read only realizzata fisicamente con nuclei magnetici, che introduceva, in sostanza, un ulteriore livello logico, quello delle microistruzioni, con miglioramenti rilevanti delle prestazioni del sistema.
L’operazione elettronica Olivetti era in fase di rapida espansione: il laboratorio si era trasferito da Borgolombardo a Pregnana Milanese e la produzione a Caluso, nella zona di Ivrea; nel frattempo nasceva una rete di sedi commercialie di assistenza sull’intero territorio nazionale.  Si guardava al futuro con ottimismo:  al famoso architetto Le Corbusier viene dato l’incarico di progettare la nuova sede della R & S a Pregnana, il plastico del progetto mostra un complesso avveniristico, con collegamento privato all’autostrada Milano-Torino.

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