La formulazione dei modelli di intervento (pattern) sarebbe vana se non vi fosse la possibilità di conservare le informazioni acquisite nel tempo. La capacità di memorizzare e conservare le informazioni è alla base della formulazione dei pattern, in quanto essi si basano proprio sulla elaborazione delle informazioni stesse. Afferma, a questo proposito, Ceccato (*):"Anche la memoria svolge più di una funzione. Può mantenere presente ciò che è appena stato fatto, cioè la memoria come continuazione di presenza; può rifare presente ciò che è rimasto assente, cioè la memoria come ripresa. Sul passato essa però non opera solo passivamente, bensì anche selettivamente, come <creazione>; ma soprattutto essa opera sul passato condensandolo, riassumendolo."”
Ed ancora:"...la memoria può far presente non soltanto ciò che sia già stato fatto presente all'attenzione, ma anche, sia pure in forma minore, l'operato di altri organi che sia passato inavvertito."”
Questa capacità si esplica nelle varie fasi in cui l'operatore sviluppa il proprio modello.
Infatti uno scopo può essere determinato solo se si ha memoria delle motivazioni e dei fatti, come l'elaborazione dei pattern è possibile solo se si conservano in memoria i dati inerenti il problema da risolvere. Infine, le azioni conseguenti ai pattern sono possibili solo conservando in memoria le operazioni contenute nei pattern stessi.
(*)Cfr. S. CECCATO, Informazione e conoscenza, in “Cibernetica per tutti”, Feltrinelli, Milano 1970
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