Il Centro studi dell’Università di Pisa
L’iniziativa per la costituzione del Centro cominciò delinearsi dopo che, nel 1954, le province e i comuni di Pisa, Livorno e Lucca ebbero stanziato un rilevante contributo finanziario per assicurare a Pisa l’impianto dell’elettrosincrotrone nazionale. L’offerta delle tre città toscane fu superata dai fondi reperiti da province più ricche e il sincrotrone venne installato a Frascati. Nel corso di consultazioni che i professori di fisica dell’Ateneo pisano ebbero con alcuni fisici riuniti alla Scuola internazionale di Varenna nel luglio 1954, fu suggerito, in particolare da Enrico Fermi, di utilizzare il finanziamento offerto dagli enti interessati al potenziamento dell’Università di Pisa, per dotare questo Ateneo di una moderna calcolatrice elettronica per ricerche scientifiche.
La calcolatrice elettronica per ricerche scientifiche realizzata dal Centro studi dell’Università di Pisa viene inaugurata il 13 novembre, presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Pisa, alla presenza del Presidente della Repubblica e dei Rettori di tutte le Università italiane convenuti a Pisa in occasione dell’apertura del nuovo anno accademico.
Dopo la relazione del Rettore, prof. Faedo, e la consegna delle medaglie d’oro ai professori “benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte” è in programma una prolusione del prof. Conversi sull’attività del Centro studi calcolatrici elettroniche (CSCE) di Pisa, del cui Comitato direttivo egli è presidente.
La spesa per il suo l’acquisto sarebbe stata troppo elevata. Si decise, così, di costruirla.
Prima ancora dell’istituzione del Centro studi un ridotto nucleo di ricercatori fu incaricato di effettuare uno studio preliminare, con scopi orientativi. Al tempo stesso, in consultazioni avutesi con esponenti di varie Università italiane, si manifestava l’opportunità di formare in Italia un gruppo di esperti nei vari settori della progettazione, della costruzione della programmazione di grandi calcolatori elettronici, e di orientare in un secondo tempo le ricerche anche in settori limitrofi (macchine pensanti, macchine per il riconoscimento delle forme) suscettibili a lunga scadenza di promettenti sviluppi.
(fine prima parte)
Commenti
Posta un commento