PREMESSA
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di analizzare la possibilità e la validità dell'introduzione delle concettualizzazioni e delle metodologie informatiche nell'ambito scolastico.
Spesso, in ragione di questi scopi ci si limita all'uso, in classe, dell'elaboratore elettronico ma il computer non è che l'ultimo gradino nella scala delle conoscenze ed esperienze inerenti l'informatica.
L'uso dell'elaboratore elettronico non può prescindere da una conoscenza globale (soprattutto da parte dei docenti) della cibernetica e della teoria dell'informazione.
Il rapporto didattico Docente - Discente è quello che possiamo definire un rapporto di comunicazione, in cui i due soggetti (docente e discente) si scambiano informazioni e sviluppano una crescita la cui evoluzione è legata alla positività o negatività dello stesso rapporto di comunicazione. Afferma, a questo proposito Schroder:"Nella molteplicità delle sue concrete manifestazioni e in ragione della complessa struttura dei suoi fattori determinanti l'istruzione può essere descritta e analizzata secondo diversi punti di vista. Nella scuola moderna l'istruzione è caratterizzata, non soltanto da una riflessione critica sui suoi contenuti ma anche da nuovi metodi di trasmissione della cultura.”1
Riprende Schroder:"Nella sua forma ottimale, e quindi più efficace, l'istruzione riesce a sollevare l'allievo da una condizione di inconsapevolezza ad una condizione di consapevolezza.....Ciò si verifica in quanto docente e discente comunicando trasmettono, ricevono, elaborano informazioni. L'istruzione è dunque descrivibile nella sua struttura fondamentale come un processo di comunicazione."2
Un buon rapporto di comunicazione può dipendere da vari fattori, la loro conoscenza da parte del docente è essenziale ai fini dello sviluppo di un dialogo didattico che favorisca una effettiva crescita culturale ed umana dei discenti.
Proprio per questo è importante che il docente abbia una conoscenza approfondita dei meccanismi di apprendimento e dei processi di comunicazione: essi sono alla base sia della didattica che dell'informatica.
Non solo, essi sono alla base di qualsiasi tentativo di rapporto e di interazione tra singoli individui e gruppi sociali. Infatti, proprio nell'ambito informatico, è essenziale la conoscenza, da parte del programmatore o dell'analista, dei "meccanismi di apprendimento" di un determinato organismo artificiale (elaboratore, unità di processo), per poter impostare una serie di istruzioni (programmi) che consentano, oltre che di risolvere determinati problemi, anche un dialogo interattivo con l'operatore. Alla stessa stregua è importante conoscere i meccanismi del processo di comunicazione in generale, il che consente di determinare le modalità più efficaci per lo scambio di informazioni tra programmatore ed elaboratore e tra operatore e sistema informativo (elaboratore e software).
Nel campo della didattica, similmente, è importante che il docente conosca la natura ed il funzionamento dei meccanismi di apprendimento umani, poiché proprio attraverso tali meccanismi i docenti sono in gradi di acquisire la conoscenza.
Di conseguenza si rende necessaria anche una buona conoscenza dei processi di comunicazione, la quale rende il docente capace di applicare un corretto metodo di insegnamento, adeguato alla situazione oggettiva.
E' importante citare, a questo proposito, un passo interessante di Zanzarri:"....allorchè si parla del comunicare didattico, e didattico educativo, ci si preoccupa, in via ordinaria, della fluidità, della chiarezza, con cui i vari contenuti si muovono dall'emittente al ricevente, e viceversa, dell'interferire del noise, della tempestività del feed-back, delle informazioni in arrivo. Allora il problema principe è quello di capire e di farsi capire, di suscitare un'interazione tra i signa del docente e del discente, di scendere in profondità.....,fino al punto in cui il simbolismo povero, quasi informe degli <svantaggiati> riesce a ristrutturarsi, a diventare coerente e portatore di significati nuovi. Oppure, la comunicazione concerne l'emotività, i traumi, le frustrazioni dell'educando; di conseguenza, occorre ridisegnare il quadro dei rapporti intersoggettivi, stabilire un tipo di comunicazione stimolante e gratificante.”3
1 H. SCHOREDER, Comunicazione inforrmazione istruzione, Armando, Roma 1979, p. 9
2 IVI
3 R. ZANZARRI, L’educazione in quanto comunicazione privilegiata, Giunti e Lisciani, Teramo 1988, p. 91
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